Chiese campestri

1) SAN CRISTOFORO
2) SANTA LUCIA
3) BEATA VERGINE DEL CARMELO
4) SAN SEBASTIANO

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SEUI, LA CHIESETTA DI SAN CRISTOFORO

Localizzata a circa dodici chilometri dall’abitato, sulle pendici meridionali del massiccio calcareo del Monte Tonneri, la chiesetta campestre dedicata a “Santu Cristolu” è considerata la più antica tra quelle oggi esistenti nel territorio di Seui.
È difficile stabilire con precisione il periodo della sua costruzione. Molto probabilmente la sua struttura più antica potrebbe risalire addirittura al XIV° secolo (se non prima). Sorge, infatti, in un’area ricca di testimonianze che vanno dall’età pre-nuragica, al nuragico, passando per il punico romano, all’età giudicale. Oggi, a seguito di profondi e numerosi restauri effettuati nel corso dei secoli, della struttura più antica resta nel corpo centrale solamente un arco a sesto acuto, oltre all’altare.
In alcuni documenti risalenti al 1649 – 1652 questo tempietto non risulta citato tra le chiese campestri di Seui, molto probabilmente per le pessime condizioni di conservazione, visto che si citava solamente una “Obreria de’ San Cristobal”. Nel diciannovesimo secolo, molto probabilmente per lo stesso motivo, la struttura avrebbe conosciuto addirittura l’onta della sconsacrazione e rischiato di essere demolita! Per fortuna, dopo quegli anni d’oblio, il tempio venne ristrutturato e riprese la sua importante funzione di luce nella fede dei seuesi.
Attualmente presenta una facciata a capanna, interamente intonacata, con tetto a doppio spiovente laterale ed un portale principale centrale a doppio battente, sovrapposto da un rosone quadrato (aperto a metà dello scorso secolo). L’ingresso secondario si apre sul muro laterale esposto ad est. Mentre sul lato ovest sono presenti due grossi contrafforti, in corrispondenza dei due archi.
L’interno, mononavata, è estremamente semplice. La copertura è a capriate lignee e incannucciati. L’aula rettangolare, che termine nell’unico altare, è suddivisa da due archi.
L’altare, in pietra e calce, è sormontato da una grande nicchia lignea con apertura a doppio battente con vetri, che sino a qualche anno or sono ospitava il simulacro del Santo (oggi custodito nella Chiesa parrocchiale di Seui). L’altare è cavo. All’interno vi si accede tramite una porticina posta sul lato sinistro.
Nella vasta area attorno all’antica chiesetta campestre, secondo la tradizione, nei secoli sono state rinvenute diverse monete puniche e romane, oltre a notevoli quantitativi di frammenti ceramici e resti di ossa umane. Elementi questi ultimi, che fanno ipotizzare l’esistenza nel sito di una interessante necropoli o comunque di un importante insediamento umano risalente dal tardo romano al periodo giudicale. In occasione di lavori di restauro svolti attorno alla metà del secolo scorso, nel pavimento della chiesetta, all’altezza dell’altare, si racconta che furono rinvenuti due scheletri di piccole dimensioni, presumibilmente di bambini.
Ogni anno nella chiesetta, nel primo fine settimana di giugno, si rinnova la festa campestre in onore di “Santu Cristolu”, che nel centro barbaricino apre la fitta serie di manifestazioni civili e religiose che ogni anno caratterizzano l’Estate seuese. (Giuseppe Deplano, copyright © 2010 – riproduzione riservata)

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SEUI, LA CHIESETTA CAMPESTRE DI SANTA LUCIA

Seui possiede quattro chiese campestri. Immersa nel verde, in una località suggestiva di fronte al paese, oltre il “rio S’isca”, si trova la chiesa campestre di Santa Lucia.
Il tempietto risale, molto probabilmente, al quindicesimo secolo. Ma è probabile che possa essere stato edificato sui ruderi di un preesistente edificio che faceva parte di un piccolo insediamento distrutto nel periodo giudicale.
La facciata presenta un rosone ed un piccolo campanile a vela, centrale, estremamente diffuso nelle chiese d’età aragonese. Il tetto è a doppio spiovente con capriate in legno. L’interno è suddiviso in tre navate.
La struttura presenta molte analogie con la chiesa di Santa Maria Navarrese, localizzata sulla costa ogliastrina.
Da secoli i seuesi sono devoti alla martire siracusana, morta attorno al 300 dopo Cristo, alla quale si intercede per ottenere grazie nella cura di malattie agli occhi. Documenti risalenti al 1649 citano la chiesa come frequentata anche dalle comunità confinanti.
La solennità, che cade ogni anno il primo fine settimana del mese di luglio, inizia nel tardo pomeriggio del sabato, quando in processione il simulacro viene accompagnato dalla Chiesa parrocchiale di Seui al suo santuario campestre. Nella mattinata della domenica viene celebrata la santa messa solenne. Al termine, all’ombra delle piante di noci e nocciuoli, si svolge il consueto banchetto offerto dal Comitato degli Obrieri. Terminato il pranzo la festa si trasferisce nello spiazzo accanto alla chiesetta per i balli: lisci, quadriglie e sardi. Nel tardo pomeriggio il simulacro rientra a Seui, dove sempre in processione sarà accompagnato alla Chiesa parrocchiale. (Giuseppe Deplano, copyright © 2010 – riproduzione riservata)

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